SARA PAPAIS: DAL FANGO ALLA SABBIA SARA PAPAIS: DAL FANGO ALLA SABBIA
Intervista all’azzurra del triathlon Sara Papais che d’inverno sceglie il ciclocross Se vi capita  d’inverno di scorrere qualche classifica del Master Cross Selle SMP... SARA PAPAIS: DAL FANGO ALLA SABBIA

Intervista all’azzurra del triathlon Sara Papais che d’inverno sceglie il ciclocross

Se vi capita  d’inverno di scorrere qualche classifica del Master Cross Selle SMP (unica challange internazionale di ciclocross in Italia) o dello storico Trofeo Triveneto potrete notare, tra le master, un nome  sicuramente a voi conosciuto. Non si tratta di un caso di omonimia, parliamo proprio di Sara Papais, atleta in forza al TD Rimini e bella realtà della nazionale Italiana di Triathlon. Sara da qualche anno, un po’ in controtendenza rispetto alla maggioranza dei triathleti, si sporca e si mette alla prova in una della discipline invernali più dure: il ciclocross. Un mix di fango, freddo e fatica, della quale l’atleta friulana si è innamorata. E’ un caso in controtendenza, in quanto capita maggiormente il contrario : dal ciclocross sono arrivati alla triplice  Giuseppe Lamastra (impegnato nel winter triathlon) e Matilde Bolzan , quarta assoluta ai Campionati Europei junior di Cross Triathlon.

Sara, sei l’unica top triathleta che si cimenta da qualche anno d’inverno nel ciclocross. Quando e come è nata questa scelta?

Normalmente in inverno un triatleta prende parte alle campestri ma io non sono mai riuscita ad apprezzarle e a trovarmi a mio agio, soprattutto perché ho preso molte storte alle caviglie e questo avrebbe potuto influenzare la mia preparazione per la stagione futura. Così, il mio allenatore di allora, ha dovuto pensare ad un alternativa che mi permettesse di variare gli allenamenti ma soprattutto che fosse propedeutico per il triathlon e per chi mi conosce sa che non sono un drago nel guidare la bicicletta. Informandoci, siamo venuti a conoscenza di un circuito di gare, il ‘’Trofeo Triveneto’’, che si svolge durante tutto l’autunno-inverno e che era vicino a casa. Così abbiamo cercato una squadra che mi desse la possibilità di fare ciò e abbiamo trovato la ‘’G.s. Sorgente Pradipozzo’’ che mi ha immediatamente accolto in squadra dandomi i mezzi per poter provare questo sport.

Che ricordi hai della tua prima gara di ciclocross?

Se ci penso, mi viene ancora da ridere. Diciamo che non è stata proprio preparata perché ho affrontato la mia prima gara pochi giorni dopo aver contattato la società e quindi non mi ero allenata. Sono salita per la prima volta in sella ad una bici da ciclocross il giorno stesso della gara e la prima difficoltà è stata sganciare la scarpa dal pedale ‘’al volo’’ per scendere e poter affrontare gli ostacoli del percorso. Non solo, a quel tempo sapevo salire solo da un lato e scendere da quello opposto, quindi questo risultava un problema. Ho passato le due ore precedenti alla gara a provare queste cose con scarsi risultati. Il percorso era uno dei più tosti del circuito, avevo molta paura nell’affrontare le discese e non riuscivo a guidare la bici. Il risultato è stato che ho fatto mezza gara a piedi e più volte sono finita a terra. Però non mi sono lasciata scoraggiare e sono arrivata al traguardo con la voglia di riprovarci.

Cosa ti dà il ciclocross che poi ti serve anche per la stagione di triathlon?

Come già detto, ti insegna il come si guida la bici, che nel triathlon si vede poco. Impari a reagire agli imprevisti che possono avvenire in gara come la caduta di qualcuno davanti a te che ti obbliga a reagire rapidamente, una curva bagnata in cui ti ‘scivola’ una ruota e devi evitare di cadere ma soprattutto ti ritrovi ad affrontare 40’-50’ sempre in soglia e con continui rilanci che sono molto utili nelle gare di triathlon, specie ad alto livello dove nessuno ti aspetta.

Come si sviluppa la tua settimana tipo nella preparazione invernale?

 Normalmente, in una settimana del periodo invernale svolgo 5 sedute di nuoto, 4 di ciclismo, 5 di corsa e 2 in palestra per un totale di 25/27h settimanali.

Che difficoltà hai trovato nel ciclocross? Te lo aspettavi così?

Guardando le gare in tv sembrava molto più semplice. Le prime volte, ad ogni curva mi ritrovavo a dover partire da ferma (che in realtà non era una cosa del tutto negativa perché ero obbligata a spingere di più), non sapevo scegliere le traiettorie migliori e non riuscivo a fidarmi della bici. Ho dovuto imparare ad osservare gli altri ed imparare da loro, specie dai ragazzini più piccoli perché mi dicevo: ‘’se ce la fa un ragazzino di 10 anni a passare quell’ostacolo perché non dovrei riuscirci io?’’

Consiglieresti il cx anche ai tuoi colleghi? se, si..perchè?

 Consiglierei sicuramente  a tutti di provare almeno una volta. È un buon modo per variare gli allenamenti, ti permette di migliorare la guida, è più facile allenarsi anche se fa freddo, ti fa scoprire i tuoi limiti e ti permette di migliorarli e se siete come me, diventa anche una sfida con se stessi oltre a tanto divertimento e la scoperta di un mondo nuovo!

Che differenza hai riscontrato tra il mondo del ciclismo fuoristrada e quello del triathlon?

A livello di contesto generale non ho trovato grandissime differenze perché in entrambi i casi sono stata accolta dalle mie società che mi hanno fatto entrambe sentire subito parte di una famiglia. Tutti mi hanno aiutato e dato consigli su come potevo migliorare o quali fossero i materiali migliori per quella data occasione. Forse la differenza maggiore che ho riscontrato è il fatto che nel ciclocross, al momento, sono riusciti a dar maggior risalto alle gare femminili rispetto a quanto siano riusciti nel triathlon ma so che l’obbiettivo è comune.

Segui anche le gare elite? Chi è il tuo ciclocrossista preferito?

Ho seguito spesso le gare internazionali in tv, la coppa del mondo ed il circuito belga dove si sfidano gli atleti più forti. Il mio atleta preferito è Wout Van Aert, il campione del mondo del 2016. È un atleta giovane ma ha dimostrato di avere, oltre alle gambe, una grande ‘’testa’’ perché in diverse occasioni si è ritrovato a dover affrontare degli imprevisti durante una gara e sebbene perdesse molti secondi e molte posizioni non si dava mai per finto fino al traguardo. È un atleta completo che sa essere lucido nelle situazioni difficili e lotta fino alla fine.

Quali i tuoi obiettivi nel triathlon quest’anno?

Per questa stagione l’obbiettivo è sicuramente quello di migliorare i risultati ottenuti nella passata stagione e potermi confrontare sempre più con le migliori atlete in campo internazionale e riuscire a provare le prime esperienze nel massimo circuito delle wts, dove si sfidano le migliori atlete.

 CHI E’ SARA PAPAIS

2016

10 posto campionati mondiali u23

9 posto campionati mondiali universitari

2 posto campionati italiani triathlon olimpico

3 posto coppa europa madrid

12 posto campionati europei triathlon olimpico elite

2015

1 posto aquathlon campionati del mediterraneo su spiaggia

4 posto campionati europei u23

(Dal mensile “Triathlete”)

  Sara Papais, in azione durante la stagione invernale di cx