DAL DIVANO ALLA MEZZA MARATONA DAL DIVANO ALLA MEZZA MARATONA
Che cosa fa scattare la molla per amarsi davvero? Cosa può aiutarci a migliorare noi stessi? Oggi raccontiamo la storia di una ragazza siciliana..che... DAL DIVANO ALLA MEZZA MARATONA

Che cosa fa scattare la molla per amarsi davvero? Cosa può aiutarci a migliorare noi stessi? Oggi raccontiamo la storia di una ragazza siciliana..che ha trovato la sua molla..nella corsa..e in un gruppo di amicizie nate su Facebook (quando i social sono ancora utili ).

12 marzo 2017: 43ma edizione della mezza maratona Roma Ostia. Per me, Stellina Iabichella, pettorale F660, è l’esordio nel mondo agonistico e l’inizio di una nuova avventura nel mondo dell’atletica leggera.

Ho iniziato ad allenarmi per questa gara ben sette mesi fa seguendo svariati programmi per la corsa, tra i più tosti il programma di preparazione alla mezza maratona dell’allenatore di atletica leggera, Fabio Dannunzio, trovato sul sito ProAction. E sono andata avanti grazie al supporto e ai suggerimenti  di una atleta padovana conosciuta in uno dei tanti gruppi fitness di Facebook (Workout Group) .

Arrivare fin qui non è stato semplice, specie se si considera la persona, che ero ben tre anni fa: una pigrona amante del proprio divano di casa.

La scintilla del cambiamento è scattata nel settembre 2013, quando mi sono resa conto di non poter continuare a faticare per due soli scalini o a fare una passeggiata con amici. Il cibo per me era una valvola di sfogo per qualsiasi mio problema: nervosismo, dubbi e paure. Lo consideravo “mio amico”, ma allo stesso tempo mi rendevo conto di quanto mi facesse male peggiorando sempre più sia fisicamente sia esteticamente.

Ho intrapreso un percorso dimagrante senza l’aiuto di un nutrizionista e di un personal trainer, poichè economicamente sarebbe stato troppo dispendioso. Non essendo un’esperta in materia, purtroppo non ho affrontato la situazione con le dovute precauzioni e la dovuta pazienza. Ho desiderato un cambiamento repentino e ho chiesto al mio corpo tanto e troppo: mangiavo pochissimo, gestivo male i macronutrienti e svolgevo svariati allenamenti in casa tutti insieme. Risultato? Ho perso venti chili in soli dieci mesi, ma il mio metabolismo e il mio assetto ormonale erano completamente scombussolati.

Ho cominciato una cura ormonale seguita da una ginecologa e ho dovuto imparare nuovamente a mangiare davvero bene con le giuste quantità. Ho lavorato anche a livello emotivo, cercando di porre al primo posto l’obiettivo di migliorare il mio stato di salute e non tormentarmi per il mio aspetto fisico.

Proprio in questa fase del mio percorso mi sono avvicinata alla corsa (o meglio camminata veloce, come la definirei adesso per esperienza). Dimagrire era l’obiettivo per cui ho iniziato a praticarla, anche se il riuscire a superare la fatica e miei limiti mi regalava di volta in volta nuove sensazioni positive, che andavano al di là di questa motivazione.

Non seguivo un programma di preparazione ben preciso  e spesso eseguivo in contemporanea allenamenti di tonificazione, senza ottenere miglioramenti di alcun tipo.

Ben consapevole di stare nuovamente stressando il mio corpo, non riuscivo a decidermi su quale attività focalizzarmi principalmente.

Grazie all’intervento di questa ragazza, che già conoscevo tramite un gruppo di Facebook di attività fisica, ho avuto modo di riflettere sui miei reali obiettivi. A quel punto mi sono resa conto che non correvo più per dimagrire.

Correvo, perchè mi piaceva. Amavo sentirmi viva e forte durante gli allenamenti cercando di superare la fatica. Non mi interessava perdere qualche chilo o centimetro, ma migliorare la mia prestazione.

Lei mi ha suggerito validi programmi e gradualmente ho aumentato la distanza dei miei percorsi e la velocità della mia corsa. Senza di lei non starei qui a raccontarlo.

Ed eccomi dunque, dopo ben sette mesi, al Palalottomatica di Roma in una domenica mattina di marzo ad attendere l’inizio del conto alla rovescia dello speaker, previsto alle ore 9. 22.

Sono circondata da tantissimi runner. Il mio cuore batte all’impazzata. Nella mia testa mille paure e dubbi si fanno strada. Al “5, 4, 3, 2, 1… Via alla gara!” le mie gambe partono per questa grande avventura, una delle più belle della mia vita. Attorno a me il rumore dei passi è come musica che dà ritmo al mio allenamento.

Cerco di mantenere la calma, la concentrazione  e la pazienza di non dare tutta me stessa subito, ma quasi alla fine del percorso. Voglio fare tutto bene.

Il primo doloretto al fianco destro compare all’8° chilomentro, ma lo supero senza troppi problemi come anche il tratto di un chilometro in pendenza dal 9° chilometro in poi.

Mantengo un ritmo costante per tutta la durata della gara e mi distraggo dalla fatica pensando a tutto il mio percorso e osservando tutto ciò che mi circonda.

Al 18° chilometro, momento in cui devo andare più veloce che posso, i dolori da ciclo mestruale si cominciano a far sentire. Sono molto stanca e il dolore appare un ostacolo insormontabile lì per lì. Il panico si fa strada.

Decido di calmarmi e di continuare col solito ritmo, che mi permette comunque di resistere al dolore al basso ventre e di proseguire la gara. Continuo e non mollo. Mi sento una bomba ad orologeria, che sta per scoppiare. Non sento più le voci d’incoraggiamento intorno a me e non vedo più nulla.

Per fortuna riecco lo speaker della gara. Le sue parole incoraggianti mi spronano a spingere di più, nonostante tutto.

Supero molta gente, affronto l’ultima curva e mi avvicino al traguardo tanto desiderato, tanto aspettato e tanto sudato.

Traguardo superato. Finisco la gara in 2 ore e 58 secondi. Sono felicissima e orgogliosa di me stessa e di ciò che sono riuscita a fare, ma allo stesso tempo sono un poco delusa per non aver chiuso la gara sotto le due ore, come mi ero prefissata. So di poterci riuscire e proprio per questo motivo ritenterò presto l’impresa.

La Stellina insicura, poco coraggiosa e intraprendente è un lontano ricordo ormai. La corsa è vita e dà modo di ritrovare se stessi e di scoprire la forza presente in ciascuno di noi. Questo è ciò che mi è successo grazie ad essa.

La Roma- Ostia è stata in tutto il mio percorso un punto d’arrivo. Oggi la considero un punto di partenza. Desidero continuare a gareggiare e a migliorare sempre più. Desidero superarmi e superare le mie aspettative.

Se tre anni fa mi avessero chiesto di scommettere sulle mie capacità, non lo avrei fatto nemmeno per un centesimo. Adesso scommetto tutto, dunque corro ad allenarmi.

Stellina Iabichella