312 MALLORCA : MOLTO PIU’ DI UNA GRANFONDO 312 MALLORCA : MOLTO PIU’ DI UNA GRANFONDO
Alcùdia (Isola di Maiorca)- Scordatevi classifiche, guazzabugli in zona partenza per prendere la posizione migliore, rischi nei tratti di pianura. Scordatevi strade dissestate, traffico... 312 MALLORCA : MOLTO PIU’ DI UNA GRANFONDO

Alcùdia (Isola di Maiorca)- Scordatevi classifiche, guazzabugli in zona partenza per prendere la posizione migliore, rischi nei tratti di pianura. Scordatevi strade dissestate, traffico aperto dopo il passaggio dei primi, stress. Chiudete gli occhi prima di partire e lasciatevi cullare dalla brezza marina che soffia all’alba. Lasciatevi entusiasmare dai percorsi splendidi che si affrontano, dalle discese veloci ma con manto stradale perfetto, dalle salite lunghe ma abbordabili. Prendetela come un viaggio, una giornata in bici…per fare qualcosa che non avete mai fatto.

Tutto questo è Mallorca 312. Lo slogan recita “More than a Granfondo”; solo partecipandovi ne capirete il motivo. 312 Mallorca non è una granfondo. Non è nemmeno una ultrarace. E’ un viaggio – in compagnia di altre 8000 persone- alla scoperta dell’Isola, una delle più famose dell’arcipelago delle Baleari, meta preferita di famiglie e sportivi. Quest’anno ho avuto il privilegio, grazie al Press Camp di Giant /Liv (main sponsor dell’evento), di gustare da dentro questo mega evento, che richiama nella parte nord dell’Isola più di 8000 partecipanti e altrettanti accompagnatori. Tanto famosa in Spagna e Nord Europa, quanto sconosciuta in Italia … dei 59 paesi rappresentati infatti, la nostra nazione non sfiora nemmeno lo 0,5%. Come mai vi chiederete? Me lo son chiesto anche io, forse il calendario cicloturistico italiano è talmente saturo che pensare di andare altrove in Aprile è un’utopia, forse questo evento non ha la storia di altre randoneé del Nord Europa (tipo Fiandre o Roubaix) ma vi assicuro che merita.

Non faccio più gare in bici con continuità da anni. Se escludiamo il ciclocross, partecipo a pochissimi altri eventi durante la stagione estiva. E’ per questo che ero un po’ preoccupata dalla lunghezza dei tre percorsi proposti: 312 km e 5050 mt di dislivello, 225 km e 3973 mt disl e il ‘corto’ di 167 km e 2475 mt disl . Solo il corto valeva una gara lunga da noi in Italia, ho optato per questa scelta, io che a mala pena arrivo a 100 km di allenamento a settimana. Le preoccupazioni che avevo in partenza però, sono scemate appena ho parlato con alcuni ex professionisti nei giorni precedenti l’evento. Pedro Horrillo (ve lo ricordate? Cadde rovinosamente al Giro 2009, rischiò anche la vita) mi disse subito : “non è una gara Ilenia, è una giornata diversa. Parliamo così poco tra di noi, mettiamola così..è un giorno dove al telefono sostituiamo la bici, facciamo nuove amicizie o coltiviamo le vecchie. In 10 h ne hai da raccontarti….. Per me, Mallorca 312 significa rinascita. Ho ripreso proprio qui la mia vita in bicicletta, dopo quella bruttissima caduta al Giro. Non posso che essere testimonial di questa grande giornata di sport”.

Partiamo alle 7 da Playa de Muro che si trova nella parte settentrionale della grande baia di Alcudia, nella parte nordorientale di Maiorca. Capisco subito che Horrillo ha ragione. Io parto davanti, ma anche nelle griglie delle retrovie c’è un ordine imbarazzante. Nessuno che spinge, nessuno che urla. Tutti tranquilli nonostante i km e le fatiche da affrontare. I primi 20 km sono pianeggianti in riva al mare, Purito Rodriguez, Joseba Beloki, Pedro Horrillo, Enric Mas e il campione europeo madison Albert Torres tirano il gruppo ad andatura controllata. Nessuno sorpassa, nessuno cerca di saltare dai marciapiedi per prendere posizione. Inspiegabilmente solo una caduta, di un concorrente poco attento. Le rotonde da affrontare sono parecchie per uscire dalla zona costiera, ma il clima è disteso, tutti segnalano i vari tratti ostici, l’asfalto è perfetto. Le strade completamente chiuse. Nessuna macchina in sosta a lato strada. Pedalo vicino a Sir Dave Brailsford, team manager del Team Sky. E’ molto affezionato a quest’isola, l’ha scelta come centro di preparazione anche per la sua squadra. Farà il lungo…con molta calma mi dice. Cominciamo a lasciare il mare ed affrontare le prime salite. Tutti e tre i percorsi affrontano alcuni dei colli più belli dell’Isola : Coll de Femeina , Coll Puig Major e la manifestazione passa per alcune delle riserve naturali patrimonio dell’Unesco (Serra de Tramontana e Riserva Naturale Salbufereta). Salgo tranquilla chiaccherando con Santos Gonzales, scopro che è stato un ex prof, mi chiede di salutare alcuni amici in comune in Italia. Osservo la natura spettacolare davanti a me e la salita non mi pesa. Mi fermo al primo rifornimento che ho già fatto 50 km senza rendermene conto. Ai rifornimenti c’è un’isola per le carte dei gel e delle barrette. Tu consegni loro quello che hai in tasca già utilizzato e loro te ne danno di nuove. Ad ogni ristoro ci sono bagni chimici e ogni ben di dio da mangiare. Qui non esistono i ristori volanti. La gente si ferma. C’è chi scatta foto, chi fa video, chi mangia, chi semplicemente si riposa. Poi si riparte, senza stress. I km passano più veloci di quanto pensassi. Mi trovo al bivio tra il corto e il medio che neanche me ne accorgo. Sono già in bici da 4 h e mezza e mi sembra di essere partita da 10 minuti.  Sto aspettando la crisi, quella prima o poi deve venire mi dico…ma intanto trovo un mega gruppone che va verso l’arrivo, e dopo 6h42 dalla partenza, 6h19 pedalate davvero…la finish line è lì. In mezzo ho visto scorci mozzafiato, cattedrali romane in paesini dispersi, mare azzurro, oliveti, vigneti, rocce brulle e campi verdi. Non stanca prendo la bici e vado ad Artà, l’ultimo rifornimento del percorso lungo di 312 km. Arrivo lì e mi pare di stare ad una sagra : l’intero paese è in festa lungo la strada. La birra scorre a fiumi e tutti i partecipanti si fermano a berla. Seduti ad un tavolino c’è Horrillo, con Purito e Beloki : mancano ancora 25 km all’arrivo, ma non c’è fretta…il tempo massimo è di 14 h. 14 h con strade interamente chiuse al traffico. 14 h in bicicletta. Un viaggio dentro di sé. A chiudere le fila, le maglie verdi : in Italia non le ho mai viste…diciamo che l’organizzatore Xisco Lliteras ha copiato un po’ dalle maratone a piedi : le maglie verdi altro non sono che i pacer per arrivare entro il tempo massimo. Viaggiano a circa 22 km/h di media e spingono chi non ce la fa. In tutti i sensi. Sono le 21 e l’ultimo concorrente arriva a Playa de Muro, il tifo è quello tipico dell’Ironman. Tamburi, musica e la medaglia di finisher. Perché tutti han vinto, tutti han superato i loro limiti. Donne, uomini, giovani ed anziani. Questa è Mallorca 312, molto più di una granfondo.

 

(Dal racconto di Ilenia Lazzaro su In Bici Magazine)